Venegono o Venegonno?

Ultima modifica 10 maggio 2024

Cenni Storici

Venegono o Venegonno?
Il popolo dice Venegonn (come Saronn, Caronn, Castronn, ecc.): questo a conferma dell'appartenenza del nome di Venegono al grosso gruppo di toponimi in -onn di antichissima origine, propri di questa zona della Lombardia. I più antichi documenti notarili mostrano propensione per la forma Venegonno. Nella "charta iudicati" del 737, con la quale Manacunda fondava il monastero della vicina Cairate, si legge per le firme apposte a sottoscrizione del documento: "Signum manibus Vuallerami de Abiate et Eldeprandi de Venegonno isti testes".
Un atto del 1052 dimostra l'incertezza esistente sul nome di Venegono: il documento di donazione, redatto dal Notaio Pietro detto Verenzo.

Quanto sopra sembra smentire le supposizioni circa l'origine del nome di Venegono dalla versione latina di "Veneris Agonis" secondo un'opinione già affrontata del can. Bonaventura Castiglioni, precettore di San Carlo Borromeo? sull'origine del nome di Venegono, il quale, più da letterato che da erudito ricercatore, nell'opera "Gallorum Insubrium antiquae sedes" descrivendo elegantemente i luoghi ameni attorno ai due castelli di Venegono Superiore e Inferiore, fa derivare il nome da "Veneris agonalia" per contrazione "Vene-gon". I notai del medioevo, seguendo certe loro regole di latinizzazione dell'onomastica locale, scrivevano però locus de? Serono e naturalmente locus de Venegono .. Una ipotesi che si può azzardare riguardo al significato del nome è quella che fa discendere il nome di Venegono dal latino "Vinum colere" per il fatto che il territorio era ricco di vigneti. La tesi più veritiera è però quella che risale fin dall'origine, nel linguaggio delle popolazioni pre-romane, per le quali il nome era composto da due radici "Vin" e "gon" significante il primo acque ed il secondo monte o costa, cosa che può essere possibilissima in quanto chiaro riferimento alle acque che sgorgavano numerose dalle coste collinose del territorio.

Data l'antichità del toponimo è probabile che il territorio di Venegono fosse abitato fin dall'età romana, data la vicinanza con il Seprio, notevole centro militare di difesa dalle invasioni dei barbari, e nel medioevo come capoluogo di un vasto contado che per un certo periodo ebbe autonomia da Milano: nell'epoca longobarda e franca ebbe persino una propria zecca ed era commercialmente un punto di riferimento tra i più famosi. Enorme importanza ebbe la pieve del Seprio anche a livello religioso, con giuridistizione su Varese, Somma Lombardo, Gallarate, Parabiago, Appiano Gentile, Olgiate Comasco e Fino Mornasco.

Dal X secolo la contea del Seprio divenne ereditaria, iniziando a perdere la propria autonomia a favore di Milano che sempre più vi esercitava potere coinvolgendola nelle proprie lotte. Nel secolo successivo gli arcivescovi di Milano spodestarono l'antica famiglia dei Conti che si disperse, lasciando però anche in Venegono alcuni loro possedimenti.
Infatti a Venegono Inferiore vi era un oratorio, sepolcreto di famiglia, ed una cappellina che mantenne per un certo periodo vivo il ricordo del loro dominio. La cappella situata dietro l'attuale Chiesa Parrocchiale, che era dedicata ai Santi Antonio e Leonardo, non esiste più. Nel periodo delle lotte tra i comuni italiani e Federico Barbarossa molte vicende cambiarono il contado: il Seprio che appoggiava l'imperatore tedesco, considerato liberatore dal dominio milanese, perse gran parte della sua importanza dopo la sconfitta nella battaglia di Legnano del 1176. Nel XII secolo i Nobiles de Comitibus Castri Seprii, che trasformarono il loro nome in Conti, presero il comando del Seprio, anche se non raggiunsero mai alti ranghi sociali.
Possedevano sì casa nobiliare ed altri possedimenti, ma a loro non apparteneva nessuno dei castelli dei due villaggi di Venegono e neppure avevano diritti feudali su di essi (quello di Venegono Inferiore era posseduto dalla famiglia Castiglioni). La distinzione dei due Venegono deve essere avvenuta attorno a questo periodo perché in precedenza non si trova menzione delle due entità. Il centro primordiale doveva essere in Venegono Superiore dal quale si sono poi staccati altri nuclei abitativi. Lo sviluppo del borgo inferiore deve essere avvenuto in modo molto veloce in quanto già nel 1286 Venegono Inferiore aveva consoli propri e la chiesetta campestre di S. Martino era considerata parrocchia ove venivano svolte funzioni anche per Venegono Superiore.
Dello stesso periodo è la costruzione dalla Chiesa di S. Michele:
Venegono Inferiore ebbe la propria chiesa parrocchiale, oltre a quella dei SS. Antonio e Leonardo e Venegono Superiore spostò il proprio centro religioso nella Chiesa di S. Giorgio. Per alcuni secoli la vita sociale della zona ruoterà attorno alle alterne fortune dei casati Pusterla di Venegono Superiore e Castiglioni, le cui lotte si intrecciano con quelle della vicina Castiglione Olona. Nel castello di Venegono Inferiore, soprattutto nel periodo della peste di Milano del 1451, si rifugiarono personaggi famosi quali Giovanni, vescovo di Coutances, Giacomo e Francesco Castiglioni - suoi cugini.
Nella seconda metà del secolo XV i Castiglioni erigono la chiesa di S. Maria vicino al loro castello. Al momento dell'invasione dei francesi di Luigi XII la famiglia Castiglioni parteggiò per l'imperatore per cui, al ritorno degli Sforza a Milano, il castello e gli altri beni di Venegono Inferiore furono confiscati ed affidati ai Pusterla. Una leggenda localizza in tale periodo la distruzione del paese da parte delle truppe Svizzere di Massimiliano Sforza: in effetti si trattò di un parziale saccheggio di truppe di passaggio.

Con il ritorno dei francesi ai Castiglioni furono restituiti i loro beni: Fioramondo ed il cugino Camillo la sera di San Cristoforo del luglio 1515, accompagnati da una quarantina di armati, furono visti uscire dalla porta del castello di Venegono Superiore, dirigersi verso Venegono Inferiore.
Il giorno dopo si sparse la notizia che avevano trucidato Giovanni Maria e Bartolomeo Pusterla. Le sorti delle due famiglie si rovesciarono quando gli Spagnoli cacciarono i Francesi e rimisero sul trono di Milano gli Sforza. Francesco II . Ai Pusterla fu lasciata mano libera di snidare i nemici dai due castelli. Dopo questi avvenimenti bellicosi si concluse l'epoca delle guerre ed il castello di Venegono Inferiore divenne luogo di villeggiatura di signori.
Dopo la visita di S. Carlo, che impose la costruzione di una nuova Chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Giacomo e Filippo, il 24 novembre 1609 l'assemblea del Comune accoglie l'appello del Cardinale ed il 15 aprile 1610 avviene la posa della prima pietra. Nessuna industria, fino a tempi recentissimi. La coltivazione della terra era affidata a piccoli affittuari. Si forma qualche bella vigna padronale sulle colline .
La Parrocchia di Venegono Inferiore, ai tempi di S. Carlo Borromeo, esisteva già da almeno 500 anni ed a causa delle condizioni igieniche ed economiche e dell'emigrazione non aumenta nei due secoli successivi. Si trattava certamente di una piccola comunità, eternamente in balia delle varie famiglie di potenti che si avvicendavano nella zona del Seprio.
Le alterne vicende della fortuna a volte avevano portato il paese molto vicino ad essere cancellato.

Per fortuna le malattie endemiche che colpivano i territori della Lombardia lambivano abbastanza marginalmente il territorio del Varesotto e il contado del Seprio, anche se coinvolto, aveva potuto resistere con una certa fortuna alle varie ondate di peste. Ai tempi di S. Carlo Venegono Inferiore possedeva tre Chiese ( San Michele, Santa Maria al Castello e Sant'Antonio e Leonardo) che sopravvissero per lungo tempo nonostante la povertà che regnava sovrana nel paese. Solo nel secolo corrente, con la creazione delle attività commerciali ed industriali, con l'attivazione dei collegamenti ferroviari con Milano e Varese, la popolazione ha avuto modo di godere di una agiatezza perlomeno pari a quella degli abitanti del circondario.
Gli edifici di culto, dopo l'abbattimento della Chiesa dedicata ai Santi Antonio e Leonardo e la costruzione della nuova Chiesa intitolata alla Beata Vergine di Loreto, sono stati abbelliti e riportati al primitivo splendore. Anche l'Oratorio Maschile Immacolata è stato rimodernato mentre quello femminile, intitolato alla "Benedetta" tra tutte le donne, è stato ultimato. Nell'inventario è da comprendere anche l'edicola dedicata a San Giuseppe.
La generosità dei Venegonesi ha permesso di edificare tutto questo, come del resto il proverbiale cuore delle genti di Lombardia aveva permesso, alla fine degli anni venti, la costruzione del Seminario Arcivescovile nel territorio del nostri paese: un'ospitalità questa della quale non possiamo che vantarci. La storia di questi ultimi vent'anni si apre in un momento economico assai difficile, molto simile a quello nel quale stiamo vivendo.

Le industrie della zona si trovavano in serie difficoltà ed i lavoratori cominciavano ad essere licenziati mentre i più fortunati ad andare in cassa integrazione. Il 1983 segna una data storica per Venegono Inferiore, un avvenimento unico che difficilmente potrà ripetersi: il Santo Padre visiterà il Seminario e in tutto il paese è un susseguirsi di iniziative per onorare nel migliore dei modi Papa Giovanni Paolo II. Sarà un avvenimento unico nella storia del nostro paese, che ben difficilmente potrà mai ripetersi.

Tutto il paese era presente il 21 maggio, in quella mattina di primavera comunque raggiante anche con la minaccia di una pioggia imminente, durante la quale l'elicottero con a bordo il S. Padre, si posava sul prato del Seminario. Un fatto vissuto con trepidazione e gioia indescrivibile.
Il saluto che il Papa aveva indirizzato ai Venegonesi dal balcone del Seminario cominciava così: " Sia lodato Gesù Cristo. Cari fedeli di Venegono, con sincera gioia dirigo a Voi tutti il mio saluto in questo festoso giorno di vigilia di Pentecoste. Saluto tutti gli abitanti di Venegono Inferiore... ed anche quelli di Venegono Superiore estendendo il mio affettuoso pensiero, da questi ridenti colli, allintero Varesotto...." Chi dimenticherà mai queste parole che si concludevano con la benedizione alle famiglie del paese ed ai bambini in particolare.
Anche il 1984 si apre con un'altra visita importante: la Croce Pastorale di S. Carlo Borromeo, la stessa Croce che aveva accompagnato S. Carlo il 24 luglio 1570 nella sua visita Pastorale a Venegono Inferiore.


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